Specchio, specchio delle mie brame… Anche noi tutti Narcisi? – di Giuseppe Careri

Specchio, specchio delle mie brame…  Anche noi tutti Narcisi? – di Giuseppe Careri

Chi di noi non ama guardarsi a uno specchio e cercare nei nostri volti la bellezza di un lineamento, un sorriso che affascina, un atteggiamento più dolce? Domande universali che hanno attraversato la storia millenaria dall’inizio della vita terrena, chiamando a raccolta scrittori, pittori, psicanalisti per districarci nella nostra immagine riflessa soprattutto all’interno della nostra anima. Dietro a uno specchio si rivelano, infatti, fragilità, turbamenti, aspettative, vizi, speranze e desideri nascosti. Quanti interrogativi si celano all’interno di noi stessi, all’interno della nostra anima, al cospetto di un’immagine riflessa? Infine, siamo proprio certi che davanti a uno specchio vediamo la nostra immagine reale così come la vedono gli altri?

In un famoso romanzo, “Uno, nessuno, centomila”, il premio Nobel, Luigi Pirandello scrive: “Quando mi ponevo davanti a un specchio, avveniva come un arresto in me; ogni spontaneità era finita, ogni mio gesto appariva a me stesso fittizio o rifatto. Io non potevo vedermi!”.

C’è un esempio tra i tanti per raccontare il piacere di chi è alla ricerca di se stesso e ama specchiarsi nella propria immagine. E’ il mito di Narciso raccontato da Ovidio nel terzo libro delle sue Metamorfosi.

Narciso sin da ragazzo è bellissimo. Rifiuta gli abbracci e l’amore delle sue coetanee. La ninfa Eco lo ama perdutamente, lo desidera, ma viene ignorata. La ninfa muore per il dolore di non appartenere a Narciso il quale preferisce amare se stesso attraverso lo specchio della sua anima.

In una predizione, un indovino disse che Narciso avrebbe vissuto fino a tarda età solo se non avesse conosciuto se stesso; ma Narciso, innamorato solo della propria immagine, che non riuscirà mai ad abbracciare, si consumerà lentamente fino a morire ucciso da questo amore impossibile rappresentato dal suo io smisurato. Di Narciso rimane solo il nome del fiore omonimo. Il mito di Narciso raccontato da Ovidio rappresenta infatti il trionfo dell’egocentrismo;

Nel tempo gli psicanalisti coniarono il termine “narcisista” per indicare una persona dedita solo a soddisfare i suoi bisogni sessuali e a nessun altro oggetto.

Il mito di Narciso abbraccia anche il campo della pittura. Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, dipinse il bellissimo ritratto di Narciso nel 1597/99 attualmente esposto a palazzo Barberini. Attraverso il chiaro scuro della sua pittura, Caravaggio dipinge la bellissima immagine di Narciso intenta a specchiarsi in uno stagno.

L’eclettico Salvator Dalì, pittore, scultore, cineasta, negli anni 1936/1937 dipinge il Narciso con la sua tecnica a volte discussa. Infatti, occorre una forte immaginazione per intravvedere nella pittura surrealista del pittore della Catalogna la figura di Narciso che si specchia con la sua ombra.

Peraltro, c’è un Narciso moderno che tutti ricorderanno bene per le sue gesta straordinarie nel mondo del pugilato: quello di Muhammad Ali- Cassius Clay, dipinto da Steve Shapiro nel 1963 ed esposto in una mostra organizzata dalla Soprintendenza speciale di Roma alle Terme di Caracalla. La mostra del Narciso comprende 78 opere allestite in uno dei grandi edifici imperiali meglio conservati dell’antichità. Le Terme di Caracalla furono costruite su iniziativa dell’Imperatore Marco Aurelio Antonino Bassiano, detto Caracalla, figlio di Settimio Severo, che inaugurò l’edificio centrale nel 216 d,C.

Le decorazioni delle Terme di Caracalla comprendono pavimenti e marmi pregiati, colonne, stucchi, mosaici, dipinti e statue.

In questo ambiente millenario, ricco di reperti e di bellezza si affianca ora la mostra del narciso con tanti personaggi famosi. Tra questi, in una delle piazzole principali delle Terme spicca il ritratto di Sophia Loren, immagini carpite da una serie di scatti che mostrano la sua prorompente bellezza e personalità. Ogni specchio per Lei e per noi ha notizie differenti.

Una donna non si guarda allo specchio soltanto per vedersi, ma anche per vedere come è vista dagli altri.

L’archivio Alinari mostra un’altra icona italiana, Anna Magnani, seguita sul set del film Vulcano dal celebre scrittore e fotografo Fosco Maraini che ne cattura l’espressione profonda e passionale. Poi camminando tra colonne, mosaici e strutture antiche, s’incontrano tanti altri giganti della nostra cinematografia e dello spettacolo.

Il fotografo Giorgio Lotti mostra l’immagine di Vittorio Gassman nel 1982 mentre sta al trucco prima della recitazione.

Un altro grande della fotografia immortala Monica Vitti in una serie di smorfie davanti a due specchi.

Sono 78 scatti inseriti in un contesto architettonico millenario. Ci si sofferma su molti ritratti, si prova emozione, curiosità, suscita ricordi, titoli di film, canzoni famose come ci ricorda il ritratto di David Boowie nudo ripreso dal leggendario Steve Shapiro.

Un mondo di artisti cinematografici, attori protagonisti del nostro tempo, attrici e fotografi che riprendono se stessi.

Girovagando per le Terme, abbiamo cercato anche un nostro ritratto: inutilmente. Abbiamo rimediato davanti a un grande specchio sistemato al centro delle Terme facendoci una foto da ricordare e incorniciare per i nostri amici o da utilizzare per la prossima mostra dei Narcisi.

Giuseppe Careri