La Fiera del Levante e un’assenza che pesa per il Sud – di Michele Marino

La Fiera del Levante e un’assenza che pesa per il Sud – di Michele Marino

Prendendo spunto dall’interessante articolo di Rosario Polizzi sulla Gazzetta del mezzogiorno, “La campionaria sia il vero simbolo della rinascita”, mi viene spontaneo aggiungere che l’87.ma edizione è stata inaugurata alquanto in sordina, data l’assenza del(la) Presidente del consiglio (la seconda consecutiva!). Ciò, intanto, a differenza di quanto facevano i vari Berlusconi, Craxi, Ciampi, De Mita, ecc. che non disertavano mai detto evento di indiscusso rilievo.

E si tratta di una manchevolezza tutt’altro che trascurabile, pesante, nonostante il suo, generoso intervento “virtuale”, in cui la Giorgia nazionale s’è lanciata in un cortese apprezzamento per le regioni meridionali che non “sono più la zavorra dell’Italia”, bensì la “grande opportunità” per lo sviluppo stesso del Paese. Grazie, bontà sua … Ma una cosa dovrei eccepirla e chiedere: come mai questa “grande opportunità” deve sempre e soltanto attendere il momento propizio per la “rinascita” e perché la prima fiera, storicamente parlando, doveva essere addirittura ignorata dalla stampa nazionale (ad eccezione della Gazzetta del mezzogiorno) – e quindi internazionale – a causa di detto errore di rappresentanza? La partecipazione della premier in presenza avrebbe, oltre tutto, significato un’importante occasione, imperdibile, per porre in rilievo e valorizzare la riapertura dei  rapporti culturali e commerciali con la Cina, non che il rilancio di quelli con gli USA, Stati a cui la Meloni ha dedicato ultimamente la maggior attenzione (e danaro pubblico)  da parte della nostra nazione.

Che dire, da ex “uomo del Palazzo”? Che basterebbe un fidato, competente consigliere economico per porre rimedio a tale inadeguatezza, senza dover ricorrere all’esperto e forse non adeguatamente ascoltato ministro del commercio estero, Urso.

Inevitabilmente, noi meridionali e meridionalisti che ci dedichiamo alla Questione meridionale da decenni per ragioni istituzionali o di cultura politica restiamo alquanto esterrefatti e perplessi, come se si faccia un bel passo in avanti con il G7 in Puglia e poi, indietro, con la vicenda descritta che registra anche le contraddizioni del nostro sistema e del modus vivendi della politica italiana (vedi “In-Out”, saggio sulle tendenze sociali, editore Massaro, autore il sottoscritto). In fondo, però, non si deve disperare … guardando al Capo dello Stato che sta rappresentando al meglio le virtù italiche e difendendo la nostra dignità e onorabilità con alto senso di responsabilità. Mentre, potrebbe essere che il Piano Mattei ricordi in modo indelebile e faccia riaffiorare per una qualificata azione della governance economica quella passione patriottica e la grande competenza di politici e imprenditori come Enrico, vittima di un misterioso incidente, o come Olivetti e Rizzoli che contribuirono a far crescere anche il Mezzogiorno.

Michele Marino