Il Calcio e la violenza mentre la politica … si balocca

Quello che sta emergendo dall’inchiesta sulle tifoserie milanesi può sorprendere solo qualche anima candida, ammesso che ancora ne esistano.

E’ squarciato un velo su cose conosciute da anni ed anni e su cui si è sempre voluto stendere un cerotto pietoso per non danneggiare un giro d’affari mostruoso come quella del Calcio che si porta dietro fatti sportivi, ma anche violenza e criminalità. Non a caso si sta parlando del coinvolgimento della ‘ndrangheta. Pubblicità, scommesse legali ed illegali, il valore dei calciatori e gli incassi sono di tale entità da far ritenere sempre opportuno solo parlare di tifosi un po’ troppo gasati e, magari, in preda ai fumi degli alcolici … e di altro.

La verità è un po’ più cruda e la risposta vera, curativa in maniera radicale, potrebbe solo essere quella di chiudere per un po’ baracca e burattini. Ma questo non è ovviamente possibile oltre che penalizzare i sani tifosi, che sono in netta maggioranza, e chi ogni tanto prova a vedersi una partita in televisione.

Ma neppure è tollerabile che chi ha responsabilità pubbliche continui a far finta di non vedere cosa sia diventato il mondo dentro e ridosso degli stadi e a punire severamente, intanto, i giovani che si avventurano o in un rave party o protestano per cose molto serie. Oggi parliamo di San Siro, ma è inutile illudersi che negli altri stadi sia tutto rose e fiori.

Che i nostri politici sembrano proprio non capire ne abbiamo avuto conferma dalla Camera dove c’è stata baruffa sull’idea di creare, utilizzando il Decreto omibus, un Comitato consultivo dei tifosi per ogni Consiglio di amministrazione delle società sportive. Alla fine, dicono le cronache, la divisione tra il contrario Lotito, Presidente della Lazio, e il Ministro Giorgetti, a favore, si sarebbe  sanata con una sorta di compromesso che poi conosceremo.

Ma a chi pensano che finiranno in mano questi comitati dei tifosi? Se non allo stesso tipo di personaggi oggi fortunatamente finiti sotto indagine a Milano? Nei consigli d’amministrazione delle società? Meglio nella patrie galere: tutti fino a giungere a quella pulizia del calcio che manca da troppi decenni.