Per la Ue l’assegno unico è discriminatorio. Italia denunciata per infrazione

La Commissione europea ha deferito l’Italia dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione per l’Assegno unico perché  violerebbe i diritti dei lavoratori di altri paesi dell’UE.

La normativa italiana costituirebbe una discriminazione contraria al diritto dell’Ue in materia di coordinamento della sicurezza sociale e di libera circolazione dei lavoratori.

La Commissione aveva già inviato una lettera di costituzione in mora al nostro Governo nel febbraio 2023, cui ha poi fatto seguito un parere motivato nel novembre 2023. La risposta dell’Italia non è stata ritenuta sufficiente e così la Commissione deciso di fare il passo successivo previsto in questi casi.

Nel testo che spiega la propria decisione, Bruxelles ricorda che nel marzo 2022 l’Italia ha introdotto un nuovo regime di assegni familiari per figli a carico (Assegno unico e universale per i figli a carico), in base al quale i lavoratori che non risiedono in Italia per almeno due anni, o i cui figli non risiedono in Italia, non possono beneficiare della prestazione. E questo è ritenuto non compatibile con il diritto dell’Ue che sancisce la parità di trattamento delle persone, senza distinzioni basate sulla nazionalità. Secondo questo principio di base, i lavoratori mobili dell’Ue che contribuiscono allo stesso modo al sistema di sicurezza sociale e pagano le stesse tasse dei lavoratori locali hanno diritto alle stesse prestazioni di sicurezza sociale.

In base al principio della parità di trattamento, i lavoratori mobili dell’Ue che lavorano in Italia, ma non sono residenti in Italia, quelli che si sono trasferiti solo di recente in Italia, o quelli i cui figli risiedono in un altro Stato, membro dovrebbero beneficiare delle stesse prestazioni familiari concesse agli altri lavoratori in Italia. La Commissione sottolinea, inoltre, che il principio dell’esportabilità delle prestazioni, previsto nel regolamento relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, vieta qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazioni di sicurezza sociale quali le prestazioni familiari.