Rimandati a settembre in più materie.

Rimandati a settembre in più materie.

Siamo già nel pieno di uno dei momenti più attesi dagli italiani: le vacanze estive. Sappiamo che i due terzi degli italiani riusciranno a farle. Oltre il 30% no, soprattutto, per motivi economici. Sappiamo anche, ne abbiamo scritto pochi giorni fa, che una discreta fetta di loro, per godersi mare o montagna, è ricorsa ad un prestito. Magari per fare fronte a quello che si presenta come un rincaro medio per tutti i vacanzieri del 10%.

L’inflazione non risparmia nessuno e non guarda neppure con simpatia, è pietà, a chi pensa di meritarsi almeno un certo periodo di svago e di riposo.

Sia chi parte, sia chi resta sa benissimo che l’aumento del costo della vita non sarà l’unica “materia” per cui siamo tutti “rimandati a settembre”.

Sul registro da riaprire ci sono un po’ di note scritte in rosso che rivelano le insufficienze da riparare. È parliamo solo delle più gravi.

Spicca il rilievo della Ragioneria dello Stato che, dati alla mano, dice che dei fondi Pnrr ricevuti finora, più di 100 miliardi, ne abbiamo spesi meno della metà. È un problema serio che sembra smentire le solite trionfalistiche dichiarazioni del Governo. E pensare che, su queste basi, ci sarebbe la richiesta di avere un commissario europeo “forte” proprio su questa materia.

A settembre, purtroppo, potrebbero cominciare degli esami di riparazione per i quali avremmo a che fare non solo con compiacenti membri di commissione “interni”.

Verranno al pettine anche i nodi sull’andamento della produttività che sembra continuare a mostrare segni di scarsa coincidenza con l’andamento del Pil. Altro indice tra quelli indicati con una frequenza ossessiva, ma senza che poi siano in grado di dimostrarsi efficaci per confermare una crescita certa per l’economia reale. È si sa che dopo molti settembre sono arrivati gli autunno con i loro problemi sociali.

Di sicuro, tornerà a riproporsi la questione della Sanità. Più che mai una nostra deficienza cronica per la quale, a fronte di una riduzione della quota percentuale delle risorse ad essa destinata, si continua a credere in una privatizzazione sempre più pressante.

Ma l’elenco delle cose che verranno solo rimandate è lungo. È non c’è assolutamente da aspettarsi che l’estate sarà utilizzata per mettersi… in pari.