Persa la sfida sui cambiamenti climatici?

Persa la sfida sui cambiamenti climatici?

La contrapposizione tra la scelta tra il passato e la trasformazione serve molto spesso solo a conservare interessi consolidato e restii ad investire, magari perché convinti che sia più conveniente puntare sull’assistenzialismo, difendere rendite di posizione e comprimere il costo del lavoro.

In attesa che ci si renda conto del fatto che Sagunto è già stata persa, dobbiamo considerare che i fenomeni più rilevanti in materia ambientale, per quanto molte nostre contrade subiscano già effetti pesanti, finiscono per interessarci comunque direttamente.

L’alternarsi di inondazioni e siccità hanno portato al raddoppio del numero degli sfollati. Da 3,5 milioni nel 2013 siamo passati. a 7,9 milioni nel 2023.

In totale, come dicono i dati UNHCR, l’agenzia ONU che si occupa dei rifugiati, nel 2023 abbiamo toccato la cifra di 120 milioni di rifugiati nel mondo, dovuti prevalentemente ai cambiamenti climatici, in aggiunta a quelli provocatiche spesso da guerre e povertà.

È quindi chiaro che va completamente rivista la divisione dei migranti tra quelli cosiddetti economici e gli altri.

Il mondo ha raggiunto per 12 mesi consecutivi temperature superiori di 1,5°C (2,7°F)  alla media  dell’era  industriale.

Ecco perché non ha senso chiedersi “per chi suona la campana”, ma far partecipe anche il nostro Paese in un processo di rigenerazione ineludibile in grado di farci rispondere con un “no” al quesito se sia già persa la guerra del riscaldamento globale. Ma questo richiede scelte precise che, purtroppo, non sappiamo con certezza che possono venire da chi sembra pensare ad altro.