La “mezza” resa di Giorgia Meloni e dei suoi conservatori

La “mezza” resa di Giorgia Meloni e dei suoi conservatori

I conservatori e riformisti europei guidati da Giorgia Meloni seguiranno la libertà di coscienza al momento del voto su Ursula von der Leyen che prova ad essere rinnovata alla presidenza dell’Unione europea.

Una “mezza” resa vista l’impossibilità di cambiare l’Europa come Giorgia Meloni era convinta, e prometteva, di fare sul modello italiano. In realtà, le cose sono andate diversamente. Complice il risultato delle elezioni che l’ha fatta trovare ininfluente. A quel punto sono cominciati gli abbandoni. I conservatori cechi e i Vox spagnoli hanno dato il segnale più clamoroso, e persino avvelenato, per la loro confluenza con i diretti concorrenti, i componenti il trio Le Pen, Orban e Salvini.

Gli abbandoni, che sotto traccia potrebbero essere ancora più numerosi, sono stati forse provocati anche dalla reiterata richiesta di Giorgia Meloni di veder riconosciuto all’Italia un ruolo importante ai vertici europei.

Noi da “patrioti” e innamorati della nostra Nazione siamo, ovviamente, d’accordo con la Presidente del consiglio che, così, nel momento in cui al nostro Paese verrà riconosciuto ciò che merita, potrà portare a casa una mezza vittoria e potrà parlare di una “mezza” resa. E questo avverrà non perché lei è a capo di una formazione conservatrice che non è riuscita neppure ad essere la terza forza nel Parlamento di Strasburgo, bensì grazie alla forza e alla storia che in Europa ha sempre giocato il nostro Paese.